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Berlusconi:"Per dialogare il Pd deve cambiare registro". Causa all'Unità? Vado avanti

Altri lanci pubblicitari del libro di Vespa.

Con nuove bordate di Berlusconi.

Che bolla le ipotesi di governo del presidente, girate in queste settimane. "Non sono in campo ipotesi di questo tipo, e dovesse cambiare la maggioranza, le elezioni sarebbero inevitabili".

Berlusconi non è a Porta a Porta ma parla lo stesso con il conduttore preferito, che sta anticipando a rate le chicche del suo nuovo libro in edicola il 6 novembre.

2009-10-02

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L'ARGOMENTO DI OGGI

 

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2009-11-02

il capo del governo: "Con Fini e Bossi rapporto solido"

Berlusconi: "Dialogo se il Pd cambia"

Il premier: "Basta insulti". Alfano: "Riforma della giustizia, avanti anche da soli"

Silvio Berlusconi (Inside)

Silvio Berlusconi (Inside)

ROMA - Chiede al Pd di cambiare "registro" per avviare una "discussione seria" sulla giustizia. E a proposito degli equilibri interni al centrodestra, assicura che il governo è solido, ma che qualora dovesse cambiare la maggioranza si andrà al "voto anticipato". Silvio Berlusconi affronta alcuni dei principali argomenti dell'agenda politica, rispondendo a Bruno Vespa per il libro 'Donne di cuori'. Sulla riforma della giustizia: "Per dialogare è necessario essere in due - afferma il presidente del Consiglio - e soprattutto avere rispetto dell'avversario, non insultarlo e demonizzarlo come il Pd di Franceschini e di Veltroni ha fatto ogni giorno, e spesso più volte al giorno, contro la mia persona. Se Bersani deciderà di cambiare registro e di concorrere alle riforme importanti per il futuro dell'Italia, il più contento sarò io". Sul rapporto con Fini e Bossi: "Un "governo del presidente"? Lo escludo nel modo più assoluto. Se mai dovesse verificarsi un cambiamento di maggioranza, ma è un'ipotesi che non esiste, ci tengo a dirlo chiaro, sarebbe inevitabile il ricorso ad elezioni anticipate". Ma la concessione della presidenza di due Regioni del Nord alla Lega non rischia di ridimensionare il peso nazionale del Pdl?. "La questione è oggi ancora sul tavolo - risponde il presidente del Consiglio - ma se ciò dovesse accadere certamente no. L'alleanza con la Lega è davvero solida. Non c'è nessun problema nell'individuazione dei candidati alle elezioni regionali anche perché presenteremo in ogni regione del Nord un ticket che indicherà un presidente del Pdl e un vice della Lega e viceversa. Nessun pericolo di sganciamento leghista, dunque. Tra me e Umberto Bossi c'è un patto ormai consolidato fondato anche sull'amicizia e sull'affetto".

UDC - Sul tema alleanze, Berlusconi afferma che la collocazione dell'Udc non può che essere nel centrodestra: "L'Udc - ragiona Berlusconi -è con noi nel Partito del Popolo Europeo, che è la grande famiglia della libertà e della democrazia in Europa. Negli altri paesi dell'Unione i partiti popolari non si alleano con la sinistra, non sono disponibili ad allearsi con una parte o con l'altra. Questo non è casuale. È la conseguenza del fatto che i nostri valori, i nostri programmi, la nostra economia sociale di mercato, sono concezioni alternative a quelle della sinistra. Questo avviene persino in Paesi nei quali esiste una sinistra socialdemocratica e riformista vera, a differenza di quella con cui abbiamo a che fare in Italia che ha cambiato più volte nome, dal Partito Comunista al Partito Democratico, ma non ha mai rinnegato le sue radici e non ha mai, sostanzialmente, cambiato la sua politica e il suo modo di condurre la lotta politica. Dunque - ne conclude il premier - la collocazione strategica dell'Udc non può che essere nel centro destra, e noi attendiamo fiduciosi che questo avvenga".

AZIONI - Berlusconi poi afferma di non voler rinunciare alle azioni contro 'La Repubblica' e 'L'Unità'. "Ho il dovere di tutelare non la mia persona, ma l'istituzione che rappresento - dice il premier - e che mi è stata assegnata dal voto di milioni di italiani. Insultando me si insultano tutti loro, si insulta il loro voto, la loro volontà, la loro dignità. E non ho sporto querela. Mi sono rivolto, in modo direi quasi disarmato, ai giudici civili destinando da subito l'eventuale risarcimento del danno all'Istituto San Raffaele di Milano".

ALFANO - In mattinata sul tema della giustizia è intervenuto Angelino Alfano. "Non so se c'è la possibilità di trovare un'intesa con l'opposizione - ha affermato il Guardasigilli intervistato a "Mattino 5" da Maurizio Belpietro - e sulla riforma della giustizia noi non la rifiutiamo, anzi la ricerchiamo". "Abbiamo però anche un dovere etico - ha sottolineato il ministro - che nasce dalla nuova fase democratica che consegna al governo uomini votati direttamente dal popolo: cioè l'obbligo di fare quello che abbiamo promesso in campagna elettorale". "Quindi - ha aggiunto - di fronte al bivio tra la paralisi perché l'opposizione non vuole la riforma e quanto proposto agli elettori noi sceglieremo non di restare fermi, ma di procedere alle riforme". Altrimenti, ha concluso, "a chi ci chiederà, alla fine della legislatura, 'avete fatto la riforma della giustizia?' noi non possiamo dire 'non l'abbiamo fatta ma abbiamo dialogato benissimo'".

LE REAZIONI - Alle frasi di Alfano sulla riforma della giustizia risponde Anna Finocchiaro. "Anche oggi il ministro è tornato sul tema della riforma della giustizia - afferma l'esponente del Pd. - E anche oggi al di là di frasi generiche e della solita propaganda nessuno ha capito quali siano i capitoli di questa benedetta riforma. La sede del confronto per qualsiasi riforma è, in ogni caso, il Parlamento. Governo e maggioranza presentino dei testi e ne discuteremo". "Noi - prosegue la Finocchiaro - abbiamo già presentato le nostre proposte in materia di giustizia, per renderla più efficace e più vicina agli interessi dei cittadini. Questo deve essere il senso di qualsivoglia riforma. Riforme che fanno gli interessi di poche persone non ci interessano e troveranno la nostra più ferma opposizione". "Il ministro Alfano - dichiara invece Massimo Donadi dell'Idv - invece di lanciare fatwa sull'autosufficienza del centrodestra farebbe meglio a dirci su quali riforme della giustizia sta lavorando. Se, come sembra, sul piatto ci sono lodi e lodini per tentare di salvare il presidente Berlusconi dai processi che lo attendono non solo non ci sarà nessun dialogo ma troverà in Italia dei Valori un'opposizione senza tregua, in Parlamento ed in piazza".

 

02 novembre 2009

 

REPUBBLICA

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2009-11-02

Le strategie politiche di Berlusconi nell'ultimo libro di Vespa "Donne di cuori"

"L'alleanza con la Lega è solida. Il presidente della Camera? Leale e lungimirante"

"Con Bossi e Fini nessun contrasto

ma se cambia maggioranza si vota"

"Collocazione strategica dell'UdC è nel centro destra e noi attendiamo fiduciosi"

"Con Bossi e Fini nessun contrasto ma se cambia maggioranza si vota"

Bruno Vespa e Silvio Berlusconi

ROMA - L'alleanza con la Lega è "davvero solida", non c'è pericolo di uno "sganciamento leghista" dalla maggioranza. Non sono in campo ipotesi di 'governo del presidente'. E dovesse cambiare la maggioranza, le elezioni sarebbero inevitabili. Lo dice Silvio Berlusconi nell'intervista per il libro di Bruno Vespa "Donne di cuori". Nella conversazione il premier affronta anche i temi legati alla riforma della giustizia e al dialogo con l'opposizione.

Regionali. Alla domanda del giornalista se concedere due Regioni del Nord alla Lega non rischi di ridimensionare il peso nazionale del Pdl, il premier risponde: "La questione è oggi ancora sul tavolo ma se ciò dovesse accadere, certamente no. L'alleanza con la Lega è davvero solida. Non c'è nessun problema nell'individuazione dei candidati alle elezioni regionali anche perché presenteremo in ogni regione del Nord un ticket che indicherà un presidente del Pdl e un vice della Lega e viceversa. Nessun pericolo di sganciamento leghista, dunque. Tra me e Umberto Bossi c'è un patto ormai consolidato fondato anche sull'amicizia e sull'affetto".

"Bossi ragionevole". Berlusconi risponde anche alle critiche di concedere troppo alla Lega: "Con Umberto Bossi ho sempre trovato accordi ragionevoli". Vespa ricorda a Berlusconi che quando in aprile i giornalisti gli chiesero a Vienna se avrebbe votato a favore del referendum che sposta il premio di maggioranza dalla coalizione alla lista, lui rispose di sì, nonostante la posizione della Lega fosse diversa. "Non ho motivo di cambiare opinione - risponde il presidente del Consiglio - Se il Popolo della Libertà fosse un'impresa e l'amministratore delegato votasse contro gli interessi della sua azienda dovrebbe dimettersi. Ma con la Lega, ripeto, non ci sono e non ci saranno elementi di contrasto".

Elezioni anticipate. Non sono in campo ipotesi di 'governo del presidente'. E se dovesse cambiare la maggioranza, le elezioni sarebbero inevitabili. Berlusconi lo ha sottolineato rispondendo a Vespa sulla solidarietà di Fini e Bossi (salvo il distinguo di Fini sulle critiche al capo dello Stato) dopo la pronuncia della corte Costituzionale. Berlusconi esclude quindi che qualcuno di loro abbia il retropensiero di una crisi e di un 'governo del presidente': ''Lo escludo nel modo più assoluto - dice - Se mai dovesse verificarsi un cambiamento di maggioranza, ma è un'ipotesi che non esiste, ci tengo a dirlo chiaro, sarebbe inevitabile il ricorso ad elezioni anticipate''.

"Fini leale e lungimirante". Il premier sottolinea anche che il suo rapporto con Fini è quello di sempre: "Fini si è dimostrato un alleato leale e un politico lungimirante. A lui mi lega un solido rapporto di amicizia e di stima. Anche con i parlamentari che vengono da An il rapporto è ottimo. E' naturale che la direzione del PdL e l'Ufficio di presidenza discutano di proposte nuove non incluse nel nostro programma elettorale, come per esempio quella di concedere in anticipo la cittadinanza agli immigrati. Si discute, si vota e la decisione della maggioranza vincola la minoranza".

Etica. "Sui temi etici - ribadisce Berlusconi - il partito assume certo una sua posizione, ma riconoscendo ai singoli parlamentari una piena libertà di coscienza e di voto".

"Udc nel centrodestra". "La collocazione strategica dell'Udc non può che essere nel centrodestra e noi aspettiamo fiduciosi", risponde il premier a Vespa parlando della possibilità di alleanza del Pdl con i centristi, per il voto delle Regionali. "L'Udc - spiega il presidente del Consiglio - è con noi nel Partito del Popolo Europeo, che è la grande famiglia della libertà e della democrazia in Europa. Negli altri paesi dell'Unione - prosegue - i partiti popolari non si alleano con la sinistra, non sono disponibili ad allearsi con una parte o con l'altra. Questo non è casuale. E' la conseguenza del fatto che i nostri valori, i nostri programmi, la nostra economia sociale di mercato, sono concezioni alternative a quelle della sinistra".

"Questo - aggiunge Berlusconi - avviene persino in Paesi nei quali esiste una sinistra socialdemocratica e riformista vera, a differenza di quella con cui abbiamo a che fare in Italia che ha cambiato più volte nome, dal Partito Comunista al Partito Democratico, ma non ha mai rinnegato le sue radici e non ha mai, sostanzialmente, cambiato la sua politica e il suo modo di condurre la lotta politica". "Dunque - conclude Berlusconi - la collocazione strategica dell'UdC non può che essere nel centro destra, e noi attendiamo fiduciosi che questo avvenga".

(2 novembre 2009) Tutti gli articoli di politica

L'UNITA'

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2009-11-02

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-11-02

Berlusconi: "Se cambia la maggioranza elezioni anticipate"

2 novembre 2009

Parlamento: lavori sospesi, manca la copertura finanziaria

"Dai nostri archivi"

Parlamento: lavori sospesi, manca la copertura finanziaria

Berlusconi: "Sono allibito, ma vado avanti"

Berlusconi: "Uscire presto dall'Afghanistan, ma rispettando gli accordi internazionali"

Berlusconi e Fini: "Subito elezioni". Ma Casini frena

Mastella se ne va, Prodi cerca la fiducia alle Camere

 

"Lo escludo nel modo più assoluto. Se mai dovesse verificarsi un cambiamento di maggioranza, ma é un'ipotesi che non esiste, ci tengo a dirlo chiaro, sarebbe inevitabile il ricorso ad elezioni anticipate". Lo sostiene il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in un'anticipazione del libro di Bruno Vespa

"Donne di cuori" (che uscirà il 6 novembre), sulla possibilità di un "Governo del presidente" derivante da cambi di maggioranza.

Sul "retropensiero" di Umberto Bossi e Gianfranco Fini su una possibile crisi e un

successivo"governo del presidente", il premier dice che "Fini si è dimostrato un alleato leale e un politico lungimirante. A lui mi lega un solido rapporto di amicizia e di stima. Anche con i parlamentari che vengono da An il rapporto è ottimo. È naturale che la direzione del Pdl e l'Ufficio di Presidenza discutano di proposte nuove non incluse nel nostro programma elettorale, come per esempio quella di concedere in anticipo la cittadinanza agli immigrati. Si discute, si vota e la decisione della maggioranza vincola la minoranza". Quanto ai temi etici, "il partito assume certo una sua posizione, ma riconoscendo ai singoli parlamentari una

piena libertá di coscienza e di voto".

Vespa chiede al premier se la concessione del presidente di due regioni del nord alla Lega non rischi di ridimensionare il peso nazionale del Pdl. "La questione é oggi ancora sul tavolo - risponde il presidente del consiglio - ma se ciò dovesse accadere certamente no. L'alleanza con la Lega é davvero solida. Non c'é nessun problema nell'individuazione dei candidati alle elezioni

regionali anche perché presenteremo in ogni regione del nord un ticket che indicherà un presidente del Pdl e un vice della Lega e viceversa. Nessun pericolo di sganciamento leghista, dunque. Tra me e Umberto Bossi c'é un patto ormai consolidato fondato anche sull'amicizia e sull'affetto". Con Bossi, dice il premier "ho sempre trovato accordi ragionevoli".

2 novembre 2009

 

 

 

 

Berlusconi:"Per dialogare il Pd deve cambiare registro". Causa all'Unità? Vado avanti

Altri lanci pubblicitari del libro di Vespa. Con nuove bordate di Berlusconi. Che bolla le ipotesi di governo del presidente, girate in queste settimane. "Non sono in campo ipotesi di questo tipo, e dovesse cambiare la maggioranza, le elezioni sarebbero inevitabili". Berlusconi non è a Porta a Porta ma parla lo stesso con il conduttore preferito, che sta anticipando a rate le chicche del suo nuovo libro in edicola il 6 novembre.

Dopo la pronuncia della Corte costituzionale - dice l'intervistatore - sia Fini che Bossi le sono stati solidali (salvo il distinguo di Fini sulle critiche al capo dello stato). Berlusconi esclude quindi che qualcuno di loro abbia

il retropensiero di una crisi e di un 'governo del presidentè? Questa la risposta del premier: "lo escludo nel modo più assoluto. se mai dovesse verificarsi un cambiamento di maggioranza, ma è un'ipotesi che non esiste, ci tengo a dirlo chiaro, sarebbe inevitabile il ricorso ad elezioni

anticipate".

Poi minacce e finte aperture al Pd. "Nessuno più di me è predisposto al dialogo. Ma per dialogare è necessario essere in due, e soprattutto avere rispetto dell'avversario, non insultarlo e demonizzarlo come il Pd di Franceschini e di Veltroni ha fatto ogni giorno, e spesso più volte al giorno, contro la mia persona. Se Bersani deciderà di cambiare registro e di concorrere alle riforme importanti per il futuro dell'Italia, il più contento sarò io".

Così il premier a Vespa che gli chiede se sarà possibile avviare con Pierluigi Bersani il dialogo che fu impossibile con Dario Franceschini. Bersani, obietta Vespa a Berlusconi, sostiene che lei ha ridotto al mutismo il Parlamento. "Se il nuovo segretario del Pd manifesta una disponibilità a trattare sulle materie più importanti - risponde il presidente del Consiglio - non ci sarà nessuna difficoltà ad aprire una discussione seria. Bersani dimentica che molti voti di fiducia si sono resi necessari per le pratiche ostruzionistiche dell'opposizione".

Può essere la giustizia il primo banco di prova?, chiede ancora Vespa. "Magari!...".

Il tenore corrisponde a quello usato dal ministro Alfano, che ha detto di volere la riforma della giustizia condivisa, ma di essere pronti a farla da sola.

Berlusconi poi afferma di non voler rinunciare alle azioni contro 'L'Unità' e Repubblica: "Ho il dovere di tutelare non la mia persona, ma l'istituzione che rappresento - dice il premier - e che mi è stata assegnata dal voto di milioni di italiani. Insultando me si insultano tutti loro, si insulta il loro voto, la loro volontà, la loro dignità. E non ho sporto querela. Mi sono rivolto, in modo direi quasi disarmato, ai giudici civili destinando da subito l'eventuale risarcimento del danno all'Istituto San Raffaele di Milano".

 

Berlusconi affronta anche il nodo del rapporto con la Lega. La concessione della presidenza di due Regioni del Nord alla Lega non rischia di ridimensionare il peso nazionale del Pdl, dice il premier. "La questione è oggi ancora sul tavolo - afferma il presidente del Consiglio - ma se ciò dovesse accadere certamente no. L'alleanza con la Lega è davvero solida. Non c'è nessun problema nell'individuazione dei candidati alle elezioni regionali anche perché presenteremo in ogni regione del Nord un ticket che indicherà un presidente del Pdl e un vice della Lega e viceversa. Nessun pericolo di sganciamento leghista, dunque. Tra me e Umberto Bossi c'è un patto ormai consolidato fondato anche sull'amicizia e sull'affetto. Con Umberto Bossi ho sempre trovato

accordi ragionevoli".

Vespa ricorda a Berlusconi che quando in aprile i giornalisti gli chiesero a Vienna se avrebbe votato a favore del referendum

che sposta il premio di maggioranza dalla coalizione alla lista, lui rispose di sì, nonostante la posizione della Lega fosse

diversa. "Non ho motivo di cambiare opinione - risponde il presidente del Consiglio - se il Popolo della Libertà fosse

un'impresa e l'amministratore delegato votasse contro gli interessi della sua azienda dovrebbe dimettersi. Ma con la Lega,

ripeto, non ci sono e non ci saranno elementi di contrasto".

Berlusconi ha parlato anche di informazione e fango. Ha detto, tra l'altro, che Feltri (direttore del Giornale) prende le sue decisioni in assoluta autonomia.

02 novembre 2009

 

 

 

 

 

 

 

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